In questa sezione del museo vengono raccontati i tragici anni della guerra, che stravolsero la Penisola e colpirono duramente San Miniato. Un tavolo touch racconta i fronti di guerra dell’esercito italiano. Il display mostra una mappa, in cui, cliccando sulle zone d’interesse, è possibile vedere gli spostamenti delle truppe nei vari anni del conflitto. Il tavolo ripercorre gli anni di fuoco anche con delle immagini storiche, visibili nella parte sinistra dello schermo.
L’Italia entra nel Conflitto Mondiale il 10 giugno del 1940. Da questo momento, centinaia di migliaia di giovani sono chiamati a difendere la propria Patria, recandosi al fronte. La popolazione nel frattempo soffre di fame e di stenti. San Miniato, come il resto delle città, partecipò alla vicenda bellica, sacrificando 20 giovani uomini. Le gigantografie dei manifesti alle pareti mostrano la propaganda nazi-fascista per la motivazione alla guerra e alla lotta per la patria. Alcune riproduzioni di documenti amministrativi, invece, rendono ben chiaro come fosse la vita quotidiana in quei momenti. Il governo impartiva rigide direttive e la città languiva in assenza dei beni di prima necessità.
Con il passaggio del fronte nella città, avvenuto tra il 22 e il 23 luglio 1944, i cannoneggiamenti provocarono numerose vittime, oltre a danneggiare e distruggere gli edifici storici del borgo. Nelle vetrine sono esposte testimonianze dell’artiglieria di guerra, alcune uniformi degli eserciti combattenti e diversi cimeli di soldati sanminiatesi impegnati nella guerra.
Un tavolo touch mostra la visuale aerea di San Miniato: cliccando su un edificio si può scoprire quale destino ha subito durante i bombardamenti. Laddove è possibile, si può vedere la situazione preesistente la guerra, con foto storiche, foto della distruzione e foto della ricostruzione.
La Lightbox offre al visitatore uno spaccato interamente dedicato alla Strage del Duomo. Con l’arrivo del fronte in Toscana alla fine di giugno e l’inizio dell’offensiva americana partita ai primi di luglio da Volterra, San Miniato e il suo territorio diventano avamposto strategico a ridosso del corso dell’Arno, l’ultima linea difensiva tedesca prima dell’Appennino. Per “ripulire” l’area immediatamente a nord, i tedeschi lanciano operazioni di rastrellamento e bonifica che nella sola provincia di Pisa provocano tra luglio e agosto 1944 la morte di circa 200 civili. Non lontano da San Miniato, il 23 agosto, i tedeschi perpetrano nel Padule di Fucecchio l’uccisione di 174 inermi. In vista del ripiegamento sull’Arno, anche a San Miniato i tedeschi mostrano ostilità verso la popolazione, operando rastrellamenti e scontrandosi con le locali formazioni partigiane. La mattina del 22 luglio, mentre la città è bersagliata dall’artiglieria incrociata di alleati e tedeschi, questi ultimi minano buona parte degli edifici, tra cui la torre federiciana, e concentrano un migliaio di persone nella Chiesa di San Domenico e nella Cattedrale. In quest’ultima, un’esplosione uccide 55 vittime innocenti. Il giorno successivo le ultime truppe tedesche abbandonano la città. La mattina del 24 gli Alleati fanno il loro ingresso nel capoluogo.